Laboratori

22 Aprile 2014

Riduzione del grado alcolico nei vini, nuovo progetto

Arriva l’ok per un nuovo progetto firmato IRVOS. Dopo essersi da poco conclusi, con grande successo sul fronte dei risultati, sia il progetto INOVENO (innovazione enologica) che AVIGERE (viticoltura di precisione), entrambi finanziati con fondi europei attraverso il PSR Sicilia 2007/2013,l’Istituto non si ferma e guardando al futuro nell’ottica sempre di sostegno “intelligente” alle aziende vitivinicole della regione prende il via il progetto Innovazione di processo e di prodotto nella filiera vitivinicola siciliana. I fondi arriveranno stavolta dalla linea 4.1.1.1. del FESR (fondo europeo sviluppo rurale). Il progetto si articolerà in tre macro-attività: la riduzione del grado alcolico dei vini e l’aumento del loro contenuto in glicerolo, la riduzione del contenuto di anidride solforosa (SO2) nei vini e l’incremento della longevità dei vini rossi prodotti in Sicilia. “Per diversi anni tre UU.OO. dell’Area, quelle di Biotecnologie, di Viticoltura e di Trasferimento e Sostenibilità, insieme agli enologi della Cantina Dalmasso di Marsala,

hanno condotto gli studi che hanno creato le premesse di questo progetto. – spiega Daniele Oliva del laboratorio IRVOS – Speriamo di dare adesso un contributo significativo nel trasferimento di tecnologie innovative per la produzione di vini oggi fortemente richiesti dal mercato, come ad esempio quelli senza solfiti”.

Come dunque lo è stato per i progetti precedenti, obiettivo principale anche del progetto Innovazione di processo e di prodotto nella filiera vitivinicola siciliana sarà quello di aiutare, attraverso la ricerca, le aziende vitivinicole siciliane. Aiutarle nel senso di fornire loro ulteriori dati e dettagli che possano portare al miglioramento qualitativo dei vini e di conseguenza ad una loro più elevata competitività ed appetibilità sul mercato. Le tre macro aree di attività si snoderanno attraverso diverse fasi. Innanzitutto la produzione di vini con meno alcol e più glicerolo, attraverso l’impiego di un nuovo ceppo di lievito isolato e selezionato dal territorio siciliano. Segue la produzione di vini a contenuto ridotto o nullo di solfiti grazie ad un protocollo che impiega gas inerti. Infine gli studi sull’espressione dei geni della sintesi dei polifenoli e della evoluzione della loro struttura durante la maturazione dell’uva e dei vini. Si punterà anche all’identificazione di varietà idonee alla sintesi dei polifenoli in condizioni di stress e alla messa a punto di tecniche di maturazione ed affinamento del vino siciliano con l’obiettivo di ritardare l’imbrunimento. Sino ad arrivare alla produzione di vini rossi resistenti alla conservazione. “Tutte queste attività saranno realizzate prima su piccola scala e poi in cantine reali e rappresentano uno dei temi fondamentali del progetto per i riflessi che esse hanno sulla qualità, sulle caratteristiche sensoriali e sull’adeguamento dei vini alle richieste dei mercati. I risultati – conclude Oliva – delle tecniche che verranno testate saranno valutati sul piano chimico e sensoriale e saranno applicabili dai produttori vitivinicoli”. Anche stavolta entreranno in campo così le collaborazioni con alcune cantine dell’Isola. Ecco quali saranno: Cantine Settesoli (capofila del progetto), Cantine Colomba Bianca, Cantina Primavera, Azienda Nicosia spa e Cantina Viticoltori Associati di Canicattì.

 

 

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